Dopo l’attacco statunitense contro tre siti nucleari iraniani – Fordow, Natanz e Isfahan – nella notte tra il 21 e il 22 giugno, l’Italia ha elevato lo stato di allerta per oltre 29.000 obiettivi sensibili, tra cui figurano diverse basi militari USA presenti sul territorio.
Le misure di sicurezza sono state rafforzate in particolare presso le basi più strategiche: Sigonella in Sicilia, Aviano in Friuli Venezia Giulia, Ghedi in Lombardia e Camp Darby in Toscana. Nonostante la crescente tensione, gli esperti giudicano improbabile un’estensione del conflitto fuori dal Medio Oriente, incluso un attacco diretto a basi NATO in Europa.
Le principali basi americane in Italia
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Sigonella (CT) è considerata una delle strutture più importanti del Mediterraneo, operativa per missioni USA in Nord Africa e Medio Oriente. Ospita droni MQ-9 Reaper e velivoli da sorveglianza EP-3. La base è mista (comando italiano, uso americano) e ospita circa 4.000 persone. Dopo l’attacco all’Iran, il livello di sicurezza è passato da “Bravo” a “Charlie”.
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Aviano (PN) è uno degli avamposti aerei più rilevanti degli USA in Europa. Vi è presente il 31° Fighter Wing con caccia F-16, ed è l’unica base italiana potenzialmente in grado di supportare i bombardieri stealth B2 Spirit, utilizzati negli attacchi recenti. Secondo fonti USA, potrebbe custodire bombe atomiche B61-4.
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Ghedi (BS) ospita circa 20 bombe atomiche sotto controllo italiano nell’ambito del programma NATO Nuclear Sharing. Vi ha sede il 6° Stormo dell’Aeronautica Militare. La base ha avuto un ruolo anche nella logistica militare verso l’Ucraina.
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Camp Darby (tra Pisa e Livorno) è un vasto deposito di munizioni USA – circa 125 bunker – sotto pieno controllo operativo americano. La base, sebbene strategica, non ha una pista adatta ai B2 e non è stata usata per l’attacco all’Iran. È tra i più grandi arsenali USA in Europa.
Rischi di escalation: focus sul Medio Oriente
Secondo analisi internazionali, è improbabile che l’Iran colpisca basi americane in Europa, per evitare un conflitto diretto con la NATO. Più verosimile una rappresaglia mirata in Medio Oriente, dove gli USA dispongono di basi in Paesi come Iraq, Siria, Qatar e Kuwait. Il New York Times riporta che milizie filo-iraniane starebbero pianificando attacchi mirati a basi statunitensi in Iraq e Siria.
L’origine degli aerei coinvolti nel raid non è confermata, ma si ipotizza siano decollati da basi USA nell’Oceano Indiano (Diego Garcia) o nel Pacifico (Guam), escludendo quindi un impiego diretto delle basi italiane.