Palermo, stretta sulle case popolari: fuori 500 furbetti, c’era pure chi aveva 12 immobili

PALERMO – Il volto delle assegnazioni delle case popolari cambia radicalmente a Palermo. Dopo anni di attese infinite e graduatorie “arrugginite”, il Comune ha deciso di voltare pagina, puntando tutto sulla digitalizzazione delle procedure. E i risultati non si sono fatti attendere: sono già 24 gli alloggi consegnati a famiglie aventi diritto, mentre oltre 500 nuclei familiari sono stati cancellati dalle liste per mancanza dei requisiti. Tra questi, anche chi risultava proprietario di fino a 12 immobili.

Un paradosso reso possibile dal vecchio sistema di gestione cartacea, che permetteva facili manipolazioni dell’ISEE e delle posizioni in graduatoria. Il nuovo metodo informatizzato, invece, incrocia automaticamente i dati anagrafici con quelli patrimoniali, garantendo maggiore trasparenza e controllo.

Il processo è rapido, diretto e, in alcuni casi, risolutivo nel giro di poche ore: le famiglie legittimate all’assegnazione ricevono una telefonata dal Comune e si presentano davanti al nuovo alloggio, già dotato di serratura cambiata. Contestualmente, laddove gli immobili risultavano occupati abusivamente, scatta l’intervento delle forze dell’ordine – polizia municipale, carabinieri e l’assessore Fabrizio Ferrandelli in prima linea – per procedere con gli sgomberi e i traslochi forzati.

Una scena quasi cinematografica: da una parte chi esce con televisori e stoviglie, dall’altra chi entra con i propri mobili e un sospiro di sollievo. Tutto in una mattinata.

A fronte di oltre 3.000 famiglie ancora in lista d’attesa, il Comune ha rilevato che circa 2.600 nuclei si sono nel frattempo trasferiti, hanno trovato lavoro o altre soluzioni abitative. Ma il vero colpo di spugna riguarda i 500 “furbetti”, individuati e rimossi grazie all’incrocio digitale dei dati.

Una svolta che potrebbe rappresentare un modello da replicare anche in altre città, dove le liste per l’accesso agli alloggi popolari restano spesso bloccate da chi, pur non avendone titolo, occupa posizioni strategiche, ostacolando il diritto all’abitare di chi ne ha davvero bisogno.

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