Appalti truccati nella sanità siciliana, chiesto l’arresto di Totò Cuffaro e Saverio Romano. Indagato anche Carmelo Pace.
Nuova bufera giudiziaria sulla politica siciliana. La Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui Salvatore “Totò” Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana e oggi segretario nazionale della Democrazia Cristiana, e Saverio Romano, ex ministro dell’Agricoltura e attuale deputato di Noi Moderati.
L’inchiesta ipotizza un articolato sistema di corruzione e turbativa d’asta legato alla gestione di appalti nel settore sanitario regionale.
Perquisizioni e interrogatori
All’alba i carabinieri del Ros hanno eseguito perquisizioni in diverse abitazioni, tra cui quella di Cuffaro. Come previsto dalla riforma Nordio, agli indagati è stata notificata la richiesta di misura cautelare e nei prossimi giorni si terranno gli interrogatori davanti al gip.
Solo dopo le audizioni il giudice deciderà se accogliere la richiesta di arresti domiciliari. Per Romano, in quanto parlamentare, sarà necessaria l’autorizzazione della Camera dei Deputati.
I nomi degli indagati
Oltre a Cuffaro e Romano, figurano tra gli indagati:
Vito Raso (storico collaboratore di Cuffaro), Carmelo Pace (deputato regionale e capogruppo della Democrazia Cristiana all’Ars), Roberto Colletti, Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Mario Caltagirone, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovanni Tomasino e Alessandro Vetro.
Secondo la Procura, le perquisizioni sono state disposte «per evitare la dispersione delle prove a seguito della notifica dell’invito a rendere interrogatorio preventivo», come previsto dalle nuove procedure cautelari.
Il percorso politico di Totò Cuffaro
Cuffaro, già condannato nel 2011 a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreti d’ufficio, ha scontato la pena ed è stato riabilitato nel 2023 dal Tribunale di Palermo, che gli ha restituito la piena eleggibilità.
Negli ultimi anni ha guidato la rinata Democrazia Cristiana, tornando a essere una figura centrale nella scena politica regionale.
Saverio Romano: “Sono sereno e a disposizione”
L’ex ministro e attuale deputato Saverio Romano, già coinvolto in passato in procedimenti poi chiusi con proscioglimento o archiviazione, ha dichiarato:
«Apprendo dalla stampa di una richiesta della Procura di Palermo che mi riguarderebbe: non ne so nulla e non ho ricevuto alcuna comunicazione. In ogni caso sono assolutamente tranquillo e pronto a chiarire eventuali dubbi dei magistrati, dei quali ho la massima stima e considerazione».
Romano era stato prosciolto nel 2012 dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e nel 2024 era stato archiviato per traffico di influenze illecite.
L’inchiesta e i prossimi passaggi
L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, lo stesso che da giovane pm fece parte del pool sulle “talpe dell’antimafia”, punta a far luce su un presunto sistema di scambi corruttivi e influenze politiche nella gestione di appalti e incarichi pubblici.
Nei prossimi giorni gli indagati verranno ascoltati dal gip, che valuterà la richiesta di arresti domiciliari.