Un’assoluzione che ribalta le accuse
Dopo anni di battaglie legali, l’ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, è stato definitivamente assolto dalle accuse di danno erariale. La Corte dei Conti, in sede d’appello, ha annullato la precedente condanna, riconoscendo che le spese contestate rientravano nell’attività istituzionale dell’ente. Si chiude così un capitolo giudiziario che aveva acceso il dibattito sulla gestione delle risorse pubbliche.
Le accuse e la condanna in primo grado
D’Orsi era stato accusato di irregolarità nella gestione delle indennità di risultato per i dirigenti provinciali tra il 2012 e il 2017. La Procura della Corte dei Conti della Sicilia sosteneva che avesse avallato un sistema che trasformava le indennità in una componente fissa dello stipendio, senza una reale valutazione delle performance. Il danno erariale ipotizzato superava i 400.000 euro, una cifra che aveva suscitato grande clamore mediatico. Anche in questo caso, l’ex presidente ha sempre respinto ogni accusa.
Il ricorso e la svolta in appello
Convinto della propria innocenza, D’Orsi ha impugnato la sentenza di primo grado, sottolineando che le stesse accuse erano già state oggetto di un procedimento penale parallelo, conclusosi con un’assoluzione piena. Dopo un lungo iter, la Corte dei Conti in appello ha accolto la sua tesi, riconoscendo che le spese sostenute erano legate all’attività istituzionale e non costituivano un danno per le casse pubbliche.
Per il caso delle indennità di risultato, la palla è passata alla Corte dei Conti della Regione Calabria. I giudici calabresi hanno annullato le contestazioni per il periodo 2012-2014 per vizi procedurali e hanno dichiarato prescritte le eventuali irregolarità del 2015. Per gli anni successivi, hanno escluso qualsiasi violazione normativa, assolvendo totalmente D’Orsi e gli altri funzionari coinvolti.
Le motivazioni della sentenza
La Corte ha evidenziato che l’operato di D’Orsi e degli altri imputati era conforme alle funzioni di rappresentanza dell’ente, smentendo l’ipotesi di un utilizzo improprio dei fondi pubblici. Il verdetto ha quindi ribaltato la condanna precedente, ponendo fine a un’accusa che aveva pesato per anni sull’ex presidente della Provincia.
Nel caso delle indennità di risultato, la Corte ha chiarito che il sistema valutativo adottato, seppur contestato dalla Procura, non violava la normativa vigente. La decisione finale ha escluso qualsiasi responsabilità di D’Orsi e degli altri dirigenti.
Un riconoscimento che non solo scagiona completamente D’Orsi, ma rappresenta anche una vittoria dal punto di vista legale e morale.
Un caso che fa discutere
La vicenda di Eugenio D’Orsi ha riportato l’attenzione sull’uso delle risorse pubbliche e sulla responsabilità amministrativa. Se da un lato la sentenza conferma l’infondatezza delle accuse, dall’altro solleva interrogativi sulla rigidità dei controlli e sull’equilibrio tra tutela delle finanze pubbliche e autonomia decisionale degli amministratori. La storia si chiude con l’assoluzione, ma il dibattito sulla gestione degli enti locali resta aperto.
Per D’Orsi, questa ennesima assoluzione rappresenta un ulteriore passo verso la riabilitazione della sua immagine pubblica, dopo anni segnati da processi e accuse poi rivelatesi infondate. Il suo caso solleva inevitabilmente interrogativi sul peso delle lunghe battaglie giudiziarie nella vita politica e personale di un amministratore pubblico.