Ponte sullo Stretto: sì o no? Il grande interrogativo

Un grande interrogativo

Serve davvero il Ponte sullo Stretto?. Questa è la domanda che divide i siciliani ma non solo. Si tratta di un’opera destinata a trasformare il Sud, collegando Sicilia e Calabria, o di un progetto controverso e insostenibile? I dubbi principali riguardano la sicurezza, l’impatto economico e sociale, e il sacrificio di chi rischia di perdere le proprie case a causa degli espropri.

Cosa sta accadendo

Le polemiche si sono intensificate dopo il servizio della trasmissione Rai Report, che ha sollevato molteplici interrogativi sul progetto. Tra questi, la questione del rischio sismico e il coinvolgimento dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Report ha intervistato il Presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, che ha dichiarato che l’Istituto non è stato formalmente coinvolto per fornire pareri sulla pericolosità sismica dell’area. Tuttavia, Webuild, il gruppo a capo del consorzio Eurolink, ha contestato con forza questa affermazione, citando documenti che, a loro dire, dimostrerebbero il contrario. Webuild ha annunciato querele e richieste di risarcimento danni nei confronti dei giornalisti di Report, accusandoli di aver diffuso informazioni scorrette per screditare l’opera e il lavoro di migliaia di tecnici e ingegneri.

Dal canto suo, l’INGV ha ribadito che gli studi condotti dai suoi ricercatori sono stati svolti a titolo personale, senza alcun coinvolgimento ufficiale dell’Istituto. L’ente ha precisato che le relazioni tecnico-scientifiche prodotte nell’ambito dell’accordo con l’Università La Sapienza di Roma sono di esclusiva responsabilità degli autori. La querelle ha acceso i riflettori su uno dei nodi più critici del progetto: la sicurezza sismica di un’opera collocata in una delle aree più fragili del Mediterraneo.

Ai posteri l’ardua sentenza

Intanto qualche giorno fa l’ok alla fattibilità tecnica dal comitato scientifico. Inoltre, il dirigente del CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) Franco Calogero Fazio aveva dichiarato in commissione ponte al Comune di Messina: «La rete autostradale siciliana non sarà in grado di sopportare l’aggravio di traffico di mezzi pesanti durante la lunga fase di cantiere, né il nuovo traffico di mezzi pesanti e leggeri derivanti dal ponte stesso, una volta costruito». Poco dopo le affermazioni la revoca dell’incarico al dirigente e l’ira sulla drastica decisione da parte di vari esponenti politici tra cui Barbara Floridia (M5S), Angelo Bonelli (AVS) e Dafne Musolino (Italia Viva).

Il Ponte sullo Stretto è davvero ciò di cui il Paese ha bisogno o rappresenta un rischio troppo grande, tanto per l’ambiente quanto per le persone che abitano quei territori?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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