Diversi casi di tubercolosi sono stati registrati nel giro di pochi giorni a Licata, sollevando l’allerta delle autorità sanitarie locali. Sei in tutto. Uno dei pazienti è stato ricoverato nel reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo, mentre altri due sono attualmente sottoposti a trattamento farmacologico. Per tutti i soggetti coinvolti, il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale ha attivato le procedure di profilassi necessarie per contenere la diffusione dell’infezione.
A darne notizia è il quotidiano La Sicilia, che ha approfondito la vicenda intervistando il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Capodieci. Il dirigente ha illustrato le modalità di trasmissione della malattia, sottolineando che la tubercolosi si trasmette principalmente attraverso le goccioline di saliva emesse da persone già infette, specialmente in caso di contatto ravvicinato e prolungato in ambienti chiusi.
“Si continua a morire di tubercolosi, ma solo nei casi in cui la patologia viene diagnosticata in fase molto avanzata e trascurata”, ha chiarito Capodieci, ribadendo l’importanza della diagnosi precoce e dell’osservanza delle misure preventive.
Il cluster verificatosi a Licata riaccende i riflettori su una malattia che, sebbene percepita come appartenente al passato, è tutt’altro che debellata e richiede ancora oggi attenzione e vigilanza da parte della comunità medica e dei cittadini.